Dopo un volo mattutino, atterro all’aeroporto di Tenerife Sud con le prime compagne del gruppo. L’isola ci accoglie con sole pieno e una brezza leggera. Raggiungiamo l’hotel a Las Américas dove incontriamo il resto del gruppo. Lasciamo i bagagli al volo e… subito in spiaggia!
Playa del Camisón è la nostra prima tappa: una piccola baia dal mare cristallino. Lì, tra onde fresche e sorrisi nuovi, faccio il mio primo bagno a Tenerife.
Dopo il relax al sole, ci sediamo in un localino vista oceano per pranzare con i piedi nella sabbia. Una birra ghiacciata e un brindisi: il viaggio può cominciare.
Nel pomeriggio, inizia l’esplorazione. Passeggiamoo lungo il Paseo Francisco Andrade Fumero, una strada che costeggia il mare, circondata da palme, locali e negozi colorati. Ogni angolo è un piccolo scorcio da fotografare: le piscine naturali, le onde che si infrangono sugli scogli, il contrasto tra il blu dell’oceano e il cielo terso.
Camminando arriviamo fino a Playa de las Américas, dove i surfisti sfidano le onde con una naturalezza incredibile. Ci fermiamo un attimo a guardarli, poi continuiamo fino a Playa de Troya, dove non resisto alla tentazione di un altro bagno. Questa volta le onde sono più alte e cariche di energia.
Restiamo lì fino al tramonto, mentre il cielo si tinge di arancio e rosa.
La sera, cena a Los Cristianos con i primi piatti locali e poi via nella movida sul Paseo Las Vistas, tra musica, risate e nuove connessioni.
Il primo giorno sull’isola è volato, ma ho già la sensazione che questo viaggio sarà indimenticabile.
La giornata è iniziata con un breve passaggio a Playa de Las Vistas, giusto il tempo di respirare un po’ d’aria di mare prima di partire per una delle esperienze più attese del viaggio: l’esplorazione del Parque Nacional del Teide.
Durante il tragitto verso il vulcano, il paesaggio cambiava a ogni curva: dalla costa soleggiata alle strade immerse nel verde, fino a scenari sempre più aridi e surreali.
Ci siamo fermati in alcuni punti panoramici spettacolari, come il Mirador de los Poleos e Llano de Ucanca, dove il panorama era un mix di rocce vulcaniche e nuvole basse che sembravano fluttuare sotto di noi.
Una volta arrivati alla base del Teide, abbiamo preso la funivia e in pochi minuti ci siamo ritrovati sopra le nuvole.
L’aria era più fresca, il cielo incredibilmente limpido e il paesaggio quasi lunare. Abbiamo fatto un breve trekking fino ai punti panoramici più belli: il Mirador del Teide e il Mirador La Fortaleza. I colori delle rocce, il bianco delle nuvole sotto di me e l’azzurro intenso del cielo rendevano tutto così perfetto da sembrare irreale. Purtroppo, non avevamo il permesso per salire fino al Pico del Teide, ma immagino che la vista da lassù sia qualcosa di indescrivibile.
Dopo essere tornati a valle, abbiamo fatto un pranzo veloce e siamo ripartiti verso il nord dell’isola. Prima tappa: La Orotava. Prima di immergerci nel suo centro storico, abbiamo fatto una sosta al Mirador de Humboldt, da cui si apre una vista spettacolare sulla città e sulla valle sottostante.
L’ultima destinazione della giornata è stata Puerto de la Cruz. Qui abbiamo passeggiato tra le vie del centro, ammirando i palazzi storici, le piscine naturali e le onde dell’oceano che si infrangevano con forza sulle scogliere.
L’atmosfera era rilassata ma vivace allo stesso tempo.
Abbiamo concluso la giornata con una cena in un ristorante locale, gustandoci una paella deliziosa, prima di rientrare in hotel, stanchi ma con gli occhi pieni di meraviglia.
La giornata è iniziata con una delle esperienze più emozionanti del viaggio: l’avvistamento cetacei a Playa de Los Cristianos.
Salita a bordo della barca, ero entusiasta ma anche un po’ scettica… e se non avessimo visto nulla?
Fortunatamente, la fortuna è stata dalla nostra parte: dopo poco, in lontananza, abbiamo avvistato le prime balenottere! Non so dire esattamente di che specie fossero, ma vederle muoversi così maestose nell’acqua è stato incredibile. Ogni volta che emergevano, il cuore mi batteva forte.
Dopo un po’, la barca si è fermata vicino a una grotta e abbiamo avuto la possibilità di fare un tuffo in mare. Non siamo entrati nella grotta, ma l’acqua cristallina e il panorama intorno erano già più che sufficienti per rendere il momento speciale.
Dopo questa esperienza indimenticabile, abbiamo proseguito il viaggio verso un altro spettacolo naturale: Los Gigantes. Queste scogliere immense, a picco sul mare, fanno sentire minuscoli in confronto. Restare lì ad ammirarle, con l’oceano che si infrangeva contro di esse, è stato quasi ipnotico.
Ma il vero spettacolo è iniziato lungo la strada per Masca. Man mano che salivamo tra le montagne, il paesaggio diventava sempre più surreale: strade strette e tortuose, una vegetazione rigogliosa e le nuvole basse che creavano un’atmosfera da film. Sembrava di essere finita dentro Jurassic Park!
Ci siamo fermati più volte per scattare foto e ammirare la vista incredibile delle montagne che si gettavano nell’oceano.
Quando siamo arrivati a Masca, ho capito subito perché è considerato uno dei borghi più belli di Tenerife. Piccolo, incastonato tra le montagne, con casette tradizionali e un’atmosfera accogliente. È stato il mio posto preferito del viaggio! Qui abbiamo fatto una breve sosta per un pranzo veloce prima di ripartire.
L’ultima tappa della giornata è stata Garachico, una cittadina affacciata sull’oceano, caratterizzata da stradine in pietra, piscine naturali e il Roque de Garachico, un piccolo isolotto vicino alla costa.
È stato un bel modo per concludere la giornata, anche se avrei voluto visitare un ultimo luogo: Icod de los Vinos, famosa per il suo Drago Millenario. Purtroppo, il tempo era troppo poco e abbiamo dovuto saltarla… un’ottima scusa per tornare a Tenerife!
Dopo questa giornata intensa abbiamo cenato in un ristorante a Los Cristianos e concluso la serata in un locale lungo Paseo Las Vistas.
La mattina è iniziata con un giro a Abades, una piccola cittadina sul mare con un contrasto particolare: da un lato, un villaggio fantasma con una chiesa e alcune case abbandonate, un tempo destinate ai malati di lebbra dopo la guerra civile spagnola; dall’altro, la parte nuova della città con una bella spiaggia e un’atmosfera tranquilla. Trovarmi lì, sapendo la storia di quel luogo, è stato quasi surreale.
Dopo questa tappa particolare, ci siamo diretti verso una delle città più caratteristiche dell’isola: San Cristóbal de La Laguna. Un luogo pieno di colori, con strade acciottolate e palazzi coloniali vivaci che sembravano usciti da un dipinto. Abbiamo camminato tra le vie del centro storico, scoprendo angoli nascosti, una chiesa imponente e un campanile che spiccava tra gli edifici. Purtroppo, il tempo ha iniziato a peggiorare e la pioggia ci ha costretti a ripartire.
Per sfuggire al maltempo, abbiamo deciso di dirigerci verso Playa de Las Teresitas, una delle spiagge più famose dell’isola. Il cielo era nuvoloso, ma l’atmosfera era comunque piacevole. Abbiamo pranzato in un ristorantino sulla spiaggia e ci siamo goduti un po’ di relax prima di rimettermi in marcia.
L’ultima tappa della giornata è stata Santa Cruz de Tenerife, la capitale dell’isola. Arrivando in serata, la città era piena di vita e soprattutto di persone mascherate per Halloween! Abbiamo passeggiato per il centro, passando per Plaza de España, ma a differenza delle altre città viste nei giorni precedenti, Santa Cruz mi è sembrata meno caratteristica. Forse perché l’ho vista di notte, forse perché il contrasto con i paesini coloniali era troppo forte.
Dopo una cena in un ristorante tipico, siamo rientrati in hotel, pronti per l’ultima giornata sull’isola.
Ultimo giorno a Tenerife. Mi sveglio presto per preparare i bagagli, ma prima di partire mi aspetta un’esperienza che volevo provare da tanto: una lezione di surf a Playa de Las Américas.
Dopo aver indossato muta e scarpette, raggiungiamo la spiaggia dove l’istruttore ci spiega le basi e ci fa fare qualche prova sulla sabbia. Semplice in teoria… un po’ meno in pratica!
Quando finalmente entriamo in acqua, all’inizio è un disastro: onde che mi spingono giù, tentativi falliti, qualche caduta spettacolare. Ma poi, dopo un po’ di tentativi, riesco ad alzarmi sulla tavola e prendere le prime onde. Che sensazione incredibile!
Tra una risata e l’altra, il tempo vola e quando la lezione finisce sono stanca morta, ma felicissima.
Dopo una doccia veloce e un ultimo bagno di sole, è il momento di salutare Tenerife. Pranzo veloce, poi direzione Aeroporto di Tenerife Sud.
Il viaggio è finito, ma le emozioni e i ricordi di questi giorni rimarranno con me a lungo.
Cinque giorni a Tenerife sono bastati per farmi innamorare di quest’isola, ma so già che ci tornerei senza esitazione! Ogni angolo visitato ha regalato un’emozione diversa: il silenzio surreale sopra le nuvole sul Teide, l’energia delle onde gigantesche di Playa de Troya, l’atmosfera magica di Masca, il fascino colorato di San Cristóbal de La Laguna e l’adrenalina della mia prima lezione di surf.
Partire da sola in un gruppo di sconosciuti poteva sembrare una sfida, ma si è trasformato in un’esperienza unica, fatta di condivisione e momenti indimenticabili. Tenerife è un’isola che offre tutto: natura, avventura e relax. E io ne ho assaporato ogni attimo.
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